La signora in rosso di casa Barilla
La scatola è di un colore rosso intenso, con al centro il logo “Barilla” sovrastato dalla scritta “dal 1877”, entrambi in caratteri bianchi. Sopra la data si legge “al bronzo”, in questo caso la scritta è in caratteri blu e leggermente concava. Sotto il logo è situata la scritta “lavorazione grezza”, anch’essa in blu ma leggermente convessa.
È naturale chiedersi quale sia l’obiettivo di un restyling così radicale. Cerchiamo di capirlo insieme.
Innanzitutto c’è il colore della scatola, rosso carminio, sul quale si staglia il blu dei caratteri. Colori che distinguono la nuova linea di pasta non solo dagli altri marchi ma anche dalla classica pasta Barilla, quella che tutti conosciamo, confezionata nella scatola azzurra.
Sullo scaffale del supermercato, il nuovo packaging si vedrà subito e farà impallidire le altre marche. A quel punto il consumatore non avrà bisogno di scegliere e si lascerà guidare dal rosso della confezione.
Il nuovo packaging quindi rompe con il passato recente della pasta Barilla, quello della scatola azzurra, e richiama un passato più lontano, evocato dallo stile dei caratteri, decisamente retro, e dall’aggiunta della data di fondazione, il 1877, visibile sopra il marchio “Barilla”. Una data che ci riporta agli anni dell’unità d’Italia, quando il paese emergeva dal caos dei moti preunitari.
Ma il 1877 evoca anche gli albori della rivoluzione industriale in Italia, quando l’industrializzazione era ancora a misura d’uomo, forse addirittura sostenibile, e conviveva con tecniche di produzione nettamente preindustriali, come ci ricorda la scritta “lavorazione grezza”, che troviamo sotto il logo.
Il richiamo al passato non si limita a questi aspetti. Con il nuovo packaging, Barilla lancia una linea di pasta trafilata “al bronzo”, come ricorda il testo in caratteri blu visibile sopra il logo.
Perché dirci che la pasta è trafilata con strumenti in bronzo? In realtà, quella che sembra un’informazione è un espediente con una duplice funzione. Da un lato, mette in chiaro che questa non è la solita pasta. È una pasta diversa, speciale. Dall’altro, evoca un immaginario legato al bronzo. Non a caso, quando pensiamo al bronzo pensiamo agli antichi. Pensiamo ai bronzi di Riace o alla statua equestre di Marco Aurelio. Insomma, pensiamo a un passato preindustriale dove natura, arte e tecnica coesistevano in armonia.
Ai nostri occhi queste associazioni fanno del bronzo un metallo “buono”, quasi sostenibile. È questo l’immaginario che il nuovo packaging della pasta Barilla si propone di evocare. Un immaginario che, in tempi incerti come i nostri, non mancherà di sedurre i consumatori.