Il packaging si fa sempre più smart
Gli imballaggi funzionali continuano a occupare solo una piccola fetta del mercato del packaging. Tuttavia, grazie ai continui sviluppi tecnologici, le previsioni di crescita sono incoraggianti.
Nella categoria dell’imballo funzionale rientrano i cosiddetti imballaggi attivi.
Si tratta di contenitori che interagiscono con l’ambiente circostante per salvaguardare il prodotto e allungarne la vita sullo scaffale.
È il caso, ad esempio, dei contenitori che bloccano l’umidità in eccesso preservando la freschezza del prodotto.
Agli imballaggi attivi si aggiungono quelli intelligenti, che forniscono informazioni sullo stato di conservazione e sulle caratteristiche del prodotto.
Un esempio classico è quello del packaging che consente di pregustare l’aroma dei prodotti di torrefazione.
Ma l’ultima generazione dell’imballaggio funzionale è quella dello smart packaging, che offre al consumatore un nuovo modo di interagire con il prodotto.
L’esempio più rappresentativo è quello del packaging autoriscaldante per il latte semi-liquido che i genitori possono usare per allattare i neonati, quando si trovano in viaggio o fuori casa.
Un altro esempio è quello del packaging con suscettori, che converte in calore l’energia del forno a microonde.
Ma il packaging oggi si serve anche dell’elettronica, riuscendo a comunicare direttamente con il consumatore. È il caso del packaging farmaceutico che registra quando un farmaco è stato assunto e in quale quantità, per poi ricordare all’utente quando è necessario assumere la dose successiva.
Infine, lo smart packaging può fornire informazioni sul suo contenuto. Per esempio, inquadrando il codice QR stampato sul contenitore, l’utente può visualizzare mediante il suo smartphone informazioni sulle caratteristiche e sull’uso del prodotto.
Cambia così la funzione del packaging che dal silenzioso venditore di un tempo diventa il loquace consulente di oggi.