Packaging per e-commerce, non un giochetto da ragazzi
Fino a qualche tempo fa, il packaging di un prodotto acquistato online era la prima cosa a essere eliminata. Oggi, invece, il packaging è la prima cosa che ci preoccupiamo di salvare.
All’origine di questo cambiamento c’è la garanzia che un prodotto, sia esso difettoso o deludente, può essere reso al venditore usando la stessa scatola in cui ci è consegnato. Questo perché sia l’acquisto di un prodotto, che la sua restituzione, fanno parte del percorso che ci porta a fidarci o meno di un marchio. Un cliente che ha fatto un acquisto deludente ma avuto una buona esperienza di reso è un cliente che potrebbe tornare. Lo stesso non si può dire di un cliente che ha avuto esperienze negative sia durante l’acquisto che al momento della restituzione.
A questo punto la morale è chiara. Quando progettiamo packaging per l’e-commerce, dobbiamo immaginare imballaggi che possano essere usati anche per restituire i prodotti che contengono al momento della consegna. Un passo in questa direzione è stato fatto le scatole double face, scatole che possiamo rivoltare come calzini e con all’interno l’indirizzo per i resi. In questo modo il packaging continua a fornire un servizio pur cambiando funzione. Essenziale è che il packaging per il reso sia rappresentativo del marchio proprio come lo è il packaging per il prodotto appena acquistato. Questo perché il packaging continua a promuove il brand anche quando il prodotto al suo interno è stato respinto dal compratore.