La carta, materiale leader dell’ecosostenibilità

biodegradabile compostabile

 

Il termine biodegradabile ormai è chiaro a tutti, ma ancora non sappiamo in quanto tempo si decompongono gli oggetti che quotidianamente utilizziamo.

Vediamo alcuni esempi: frutta e carota si decompongono in due settimane, al resto delle verdure non occorre più di un mese, ad eccezione delle bucce di arancia e banana che impiegano 5/6 settimane.

Il materiale leader dell’ecosostenibilità è sicuramente la carta: un tovagliolo si biodegrada in 2/3 settimane, un giornale al massimo in sei. Il cartone invece viene riassorbito in due mesi.

Il tempo medio di decomposizione del cotone è di due mesi, lana invece può impiegarci anche due anni. Ai tessuti sintetici e trattati occorre un periodo più lungo: il nylon dura 30/40 anni, la pelle 50, e uno stivale di gomma fino a 80 anni.

Il legno compensato varia da uno a tre anni, mentre il legno verniciato molto di più, fino a 13 anni.

Scatole di latta 50 anni, alluminio da 20 a 200 anni.

Una bottiglia d’acqua di plastica può durare 450 anni, il polistirolo 80 anni circa, una busta della spesa fino a 20 anni.

Il vetro si sa, la sua decomposizione è da record: 4.000 anni, ma si stima che una bottiglia si decomponga in uno o due milioni di anni.

Non confondiamo biodegradabile con compostabile: la biodegradabilità è la capacità di essere decomposti dalla natura o attraverso l’attività enzimatica di microrganismi così da poter essere assorbiti dal terreno. Questa attività permette di mantenere il regolare equilibrio ecologico del pianeta.

Un materiale è compostabile quando in seguito alla sua degradazione, naturale o industriale, si trasforma in compost, una sostanza simile al terriccio, generalmente utilizzata per la concimazione considerata la sua ricchezza di elementi organici e nutritivi.

La normativa europea stabilisce che il prodotto biodegradabile si decomponga del 90% in 6 mesi, mentre per essere compostabile si trasformi in compost in meno di 3 mesi.

Prestiamo attenzione alle diciture riportate negli imballi, esempio i sacchetti per la raccolta dei rifiuti domestici, per essere idonei alla raccolta di umido, oltre a biodegradabili, devono essere compostabili.

 

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